Descrivendo il suo viaggio nel 1556 nel libro “La pesca e i discorsi dei pescatori” – “Ribanje i ribarsko prigovaranje”, Petar Hektorović menzionò che navigando giunse fino al punto dove l’isola di Brazza quasi si fondeva con Šolta, e mandò a terra un pescatore con il quale stava viaggiando per prendere qualcosa da mangiare. A quei tempi, il pescatore avrebbe dovuto trovare solo dei pastori e una serie di case vicino alla sorgente Studenac. A metà del XVI secolo, infatti, Milna non esisteva come insediamento, quindi si ipotizza che siano attraccati a Salbunara e non a Milna. Tuttavia, secondo un sito inesplorato verso il pozzo Studenac nella baia di Pantera, si può comunque concludere che quest’area era abitata in tempi antichi e paleocristiani.
In base a quanto scoperto finora, trattasi della prima fonte di acqua di Milna, risalente ancora ai tempi degli illiri e dei romani. In passato, il mare si estendeva fino al pozzo; l’insenatura era profonda e protetta da nemici e qualsiasi condizione atmosferica. Il pozzo è ora coperto, ma c’è ancora dell’acqua. Oltre alla parte centrale, accanto al pozzo si trovano tre recipienti in pietra che fungevano da abbeveratoi per il bestiame, ma in realtà sono dei frammenti di antichi sarcofagi cristiani. Su uno di essi è incisa la croce paleocristiana. Pertanto, volendo conoscere le origini di Milna, è necessario prima cercare nell’area di Studenac. Infatti, lo stesso Studenac, così come le numerose ceramiche trovate in quest’area e i frammenti del sarcofago ne raccontano la storia.
Milna fu fondata a cavallo tra il XVI e il XVII secolo da alcuni abitanti di Nerežišća, e si sviluppò attorno a un castello costruito dalla famiglia Cerineo (Cerinić) di Nerežišće per difendere i loro possedimenti, denominato dal popolo Anglišćina, così come la chiesa di Santa Maria, che oggi funge da sagrestia della chiesa parrocchiale. Durante questo periodo molte famiglie nobili avevano delle cappelle o delle chiese private nelle proprie case o in prossimità delle stesse, per soddisfare i loro bisogni spirituali. La maggior parte aveva anche dei cappellani locali o dei sacerdoti di famiglia, che ivi svolgevano il servizio di Dio per la propria famiglia.
Milna è uno dei paesi più giovani della costa dell’isola, dove gli abitanti iniziarono ad insediarsi intorno al 1528. Le persone evitavano di stabilirsi vicino al mare, perché avevano sentito dire che i pirati erano soliti attaccare le navi in mare e i paesi lungo la costa. Ma dopo un po’ di tempo, quando in seguito alla costruzione del palazzo di Diocleziano a Spalato, le navi che passavano per trasportare le merci si rifugiavano nella baia di Milna, che a quei tempi non aveva ancora un nome, poiché Spalato non aveva un porto per proteggerle dalla tempesta. In seguito fu appreso che le navi che si scorgevano nella baia non erano pirati, ma mercanti che si rifugiavano lungo la costa per sfuggire alle intemperie. Dovettero tuttavia passare molti anni, affinché la gente si convincesse che era veramente così.
Successivamente, i cittadini dell’area intorno a Milna iniziarono a stabilirsi nei pressi della costa, ma comunque un po’ distanti, per poter vedere il porto. Poi iniziarono a ripulire i campi per seminare verdure, grano, fave e altri legumi – dal momento che era difficile procurarsi il cibo, e così iniziarono a piantare anche viti e ulivi. Iniziarono a costruirsi le prime case vicino al mare, tuttavia mantenendo ancora una certa distanza dalla costa. Fu solo dopo, quando si vide che era veramente calmo e che nessuno avrebbe attaccando il luogo, che la gente iniziò a stabilirsi e a lavorare la terra lungo la costa. Quando compresero che il terreno era adatto per piantare viti, iniziarono ad arrivare anche i velieri. Poiché non vi era né una chiesa né un prete, i registri per il battesimo, la prima comunione e il matrimonio si tenevano nel vicino paese di Nerežišća, dove si teneva anche la Santa Messa e le altre festività. Trascorso del tempo, per evitarsi il viaggio, i cittadini di Milna e Bobovišća decisero infine di costruire l’attuale chiesa di San Martino, nella quale di domenica veniva il prete da Nerežišća per celebrare la messa.
A cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, Milna costruì il Comune, l’ufficio portuale, la scuola, la chiesa con campanile, l’ufficio parrocchiale, il porto dotato di faro all’ingresso della baia. Il lungomare venne pavimentato, vennero costruite le scale, le strade lastricate in pietra… Sulle vie protette dal vento vennero sistemate delle panchine di pietra, nel porto l’illuminazione pubblica. Nel porto che prende le sembianze odierne, inoltre, vennero costruiti stupendi edifici a due piani di standard più elevato, aperti bar, ristoranti e sale sociali.
Come promemoria dei tempi migliori, sulle rive di Milna si possono osservare edifici residenziali rappresentativi di famiglie aristocratiche, ma più spesso popolari del passato. Tuttavia, anche queste prime sembrano delle dimore alquanto modeste, soprattutto dopo la prima fila verso il mare, e rispecchiano le caratteristiche di una cittadina dedita alla pesca e al lavoro artigianale.
Gli abitanti di Milna possono andare fieri del loro passato, della natura, delle persone laboriose e dei beni materiali, e in particolare dei monumenti che i nostri antenati costruirono con grandi sacrifici. Camminando così lungo la costa e le stradine, ad ogni angolo si può scorgere l’impegno di questo popolo laborioso. Passeggiando, invece, per i dintorni di Milna, si possono ammirare numerose pile di pietra che rispecchiano l’epoca passata.
Un’altra peculiarità di Milna fu la costruzione navale a supporto della pesca, dove c’era un cantiere navale per diversi tipi di navi che si distinguevano per capacità di carico e numero di alberi: Bracera, Trabakul, Loger, Škuna, Brik, Stela, Kuter, Leut, Laja svičarica, Guc, Kajići, Gondola. Quando si parla della navigazione di Milna, importante è parlare del periodo dal XVII al XIX secolo, quando Milna era il porto più sviluppato e trafficato di Brazza. Numerosi abitanti di Milna erano armatori, capitani, marinai, costruttori navali, ma, innanzitutto, pescatori. È anche importante menzionare che nel XVIII secolo, la cittadina possedeva due cantieri navali. Un piccolo cantiere navale si trovava nella baia di Vlaška, dove anche oggi sul lato ovest si può ammirare un verricello – vinč – per alzare le imbarcazioni dal mare. I proprietari di questo piccolo cantiere, che alla fine del secolo si trasferì nel porto di Milna, più precisamente nella zona di Brdo, erano i fratelli Bonačić-Dorić. Il secondo, invece, fu quello della famiglia Bonačić-Protti, che inizio l’attività nel 1750, nella zona detta Pantera. La costruzione delle navi più grandi a Milna fu particolarmente intensa a metà del XIX secolo, per praticamente scomparire poco dopo.